Via Angeli

Dopo la Porta San Giovanni, abbattuta nel 1852, alla fine di via Umberto I°, inizia via Angeli (già via San Rocco) una delle strade più antiche della città in cui rimane ancora qualche vecchio ed importante edificio.
Al civico n° 1 sorge il Palazzo dei Nobili Manfredini, ora sede di un Istituto di Credito, che possedeva un’importante sala affrescata da Massimiliano Baseggio. Un po più avanti, sempre sulla sinistra sorge al civico n° 33 il Palazzo Oliva, già Palazzo Manfredini.
Al n° 28 il Palazzo Angeli, costruito nel 1780 dall’architetto veronese Francesco Schiavi e donato al Comune nel 1876 dal conte Domenico Angeli. Servì da abitazione del Prefetto e, in parte a convitto femminile. Poi divenne sede della Questura. Davanti a Palazzo Angeli nella sinistra si estende una serie di case di altezza uniforme sostenute da colonne doriche. Vennero innalzate nel 1845-1847 al posto di vecchie catapecchie fatte abbattere da Domenico Angeli. Un tempo la strada si chiamava Via San Rocco prendendo il nome della chiesetta dedicata a questo santo che sorgevo dopo Palazzo Angeli e che venne abbattuta nel 1938 per fare posto al Palazzo INA.
Oggi, rinnovata nella pavimentazione e recuperate molte delle facciate dei palazzi che vi si affacciano, è la via dello shopping cittadino.

Palazzo Angeli

Certamente uno dei più belli di Rovigo, Palazzo Angeli fu fatto edificare in stile neoclassico nel 1780 dal conte Giovanni Angeli lungo l’antica contrada di San Rocco, attuale Via Angeli, su progetto dell’architetto veronese Francesco Schiavi. La facciata, lineare e armoniosa, è interrotta dalle aperture delle finestre sui tre piani e dal grande portale. Nel timpano è lo stemma del casato con l’aquila bifronte circondato da sculture in bassorilievo. Il salone del piano terra e alcune stanze del piano nobile presentano affreschi del veneziano Giovan Battista Canal con episodi della Gerusalemme Liberata e storie mitologiche. Altre sale sono decorate con affreschi ottocenteschi di gusto neoclassico. Lo scalone è ornato da sculture di Gaetano Muttoni.
Fin dall’inizio il palazzo diede ospitalità a personaggi illustri, tra i quali Carlo IV di Spagna, gli imperatori Francesco I d’Austria e Francesco Giuseppe, come ricordano le lapidi murate alle pareti. Lo stesso Giuseppe Garibaldi, da una delle ampie finestre, pronunciò un discorso alla folla sottostante. Alla fine dell’ 800 il palazzo fu lasciato in eredità al Comune di Rovigo, che lo destinò, in tempi diversi, a scuola, uffici pubblici, convitto femminile. Oggi è oggetto di un importante restauro.

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