La particolare struttura che chiude l’angolo sud-ovest di Piazza Vittorio Emanuele II, all’incrocio con via Cesare Battisti, è l’ex Corpo di Guardia austriaco. Edificato tra il 1853 e il 1854 su progetto di Giovanni Battista Meduna, l’edificio colpisce per l’insolita prospettiva angolare. La struttura è caratterizzata da un peristilio a sei arcate intervallate da lesene, sormontate da altrettanti pilastri che sorreggono statue con trofei militari.
Nel fregio è rappresentata la provincia di Rovigo affiancata dai due fiumi Adige e Po. Sopra l’attico venne posta l’aquila imperiale contornata da trofei militari e nel 1866, con l’annessione di Rovigo al Regno d’Italia, lo stemma sabaudo sostituì quello asburgico. La caserma austriaca entrò in funzione il 31 dicembre 1854; nel 1880 la Provincia cedette l’immobile al Comune che a partire dai primi anni del ‘900 decise di destinarlo alle memorie patriottiche rodigine. Nel secondo dopoguerra gli interni vennero completamente rimaneggiati, fu murato l’ingresso principale e al suo posto fu posta una lapide in memoria dei caduti nelle guerre mondiali. Interessante il monumento che si trova sul lato settentrionale dell’edificio, dedicato a Cesare Battisti, opera dello scultore rodigino Virgilio Milani.
Il 6 febbraio 1508 il consiglio cittadino decise all’unanimità di erigere nella piazza Maggiore la colonna con il simbolo della Serenissima.
Dopo varie vicissitudini, il monumento venne realizzato solo nel 1519, ad opera di un certo Antonio Scarpagnin, come tramandano i documenti dell’epoca.
Il monumento si trova dov’era collocato in origine, secondo cronache dell’epoca il leone era ornato d’oro. Sul basamento si trovavano gli stemmi della città e del podestà Giovanni Corner.
Nel XVIII secolo divenne punto d’incontro dei commercianti che vi costruirono attorno alcune botteghe. I simboli di Venezia, Leone e stemma dei Corner, furono rimossi il 12 maggio 1797, dalle truppe francesi giunte a Rovigo. Più tardi, nel 1818, la colonna necessitò di essere restaurata e molti anni dopo, nel 1881, venne rifatto il Leone, opera di Natale Sanavio.