Fino al 1937 il centro cittadino si articolava lungo le rive alberate del fiume Adigetto, collegate da alcuni ponti. Nel tempo, la portata del corso d’acqua si era sostanzialmente ridotta, tanto da non risultare particolarmente utile per la navigazione. A ciò si aggiunsero problemi sanitari che indussero all’interramento del tratto urbano dell’Adigetto. In tal modo si realizzò un’importante arteria di comunicazione cittadina, dando contemporaneamente nuovo impulso all’edilizia. La realizzazione di Corso del Popolo si arrestò però con la seconda guerra mondiale, lasciando pochi, limitati interventi di edilizia pubblica tra i quali il Palazzo delle Poste e Palazzo INA. Vi fu qualche tentativo di dare a tale strada un progetto generale, ma ciò non evitò la frammentazione degli interventi privati.
L’ attuale Corso del Popolo, a seguito di un importante intervento di riqualificazione urbana, si pone come elemento di una progettualità che vuol dare a Rovigo un volto rinnovato, rendendola moderna e funzionale, vivibile in tutti i suoi spazi, in poche parole una città a misura d’uomo.
Il curioso edificio in stile neogotico che si trova lungo Corso del Popolo, vicino alle torri del castello, è la sede della Pescheria Nuova. Nel 1871 la vecchia pescheria, collocata in fondo all’attuale via Pighin, si era dimostrata ormai insufficiente soprattutto dal punto di vista igienico. Venne così decisa la sua chiusura e costruita una nuova sede che allora si affacciava sulla riviera dell’Adigetto utilizzando materiali tanto in voga nella Parigi dell’epoca, quali la ghisa e il vetro. La facciata neogotica caratterizzata da un ampio portale tra due finestroni a sesto acuto, si apriva su un vasto spazio ben illuminato con il soffitto a vetrate e le colonne di ghisa che incorniciavano i banchi di marmo su cui faceva bella mostra il pesce. Oggi, a seguito di un attento restauro, è una sala polivalente utilizzata soprattutto per esposizioni.
Una passeggiata lungo quello che fino al 1937 era l’alveo del fiume Adigetto, l’attuale Corso del Popolo, vi farà attraversare la storia della città attraverso i palazzi e gli interventi urbanistici che hanno cambiato il volto e l’anima del capoluogo polesano. Negli anni Trenta inizia l’espansione urbanistica di Rovigo ed hanno luogo alcuni cambiamenti radicali quali l’interramento e lo spostamento verso ovest del fiume, lo smantellamento del ghetto ebraico e la costruzione di alcuni imponenti palazzi quali il Palazzo delle Poste nel 1931, Palazzo INA e il Palazzo del Genio Civile. Il progetto si interruppe con la seconda guerra mondiale e la caduta del fascismo, lasciando limitati gli interventi di quell’edilizia pubblica monumentale e tipica del periodo fascista.
Palazzo Venezze è ancor oggi uno degli edifici più belli della città. Fu edificato nel 1715 su progetto di Agostino Ghirotti e in origine la facciata principale era quella che oggi si apre su via Cavour. Il palazzo fu di proprietà della famiglia Venezze fino agli inizi del secolo scorso, quando fu lasciato al Comune, che dopo varie vicissitudini lo destinò a sede del Conservatorio statale di musica. L’odierna facciata costituiva un tempo il retro dell’edificio, mentre il viale di accesso era occupato dalle scuderie che davano sull’antico corso dell’Adigetto.